Legal Design | Fieldfisher
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Insight

Legal Design

11/05/2023
A 3D wireframe cube with smaller cubes inside, depicted in a gradient of purple and blue hues on a dark background. The grid-like structure gives a sense of depth and dimension, creating an illusion of infinite recursion and space.

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Si deve a Margaret Hagan, ricercatrice della Stanford University, la definizione del Legal Design quale “applicazione del design al mondo del diritto che pone l'uomo al centro; nasce per creare sistemi e servizi legali più attenti all'utente, utilizzabili e appaganti.”
 
Il suo scopo è quello di rendere il destinatario maggiormente consapevole di ciò che sta leggendo, con particolare riferimento ai testi di carattere legale che non brillano sempre di chiarezza in quanto a linguaggio, visualizzazione e percezione.

Questo ambìto ed ambizioso risultato si dovrebbe raggiungere utilizzando testi più semplici, chiari e accattivanti, anche corredati da sintesi grafiche, infografiche, mappe, cartoons, strumenti interattivi.

Diversi studi in materia hanno confermato l’efficacia di questo strumento: il cervello categorizza le immagini 60.000 volte più velocemente rispetto ad un testo; le persone tendono a ricordare dopo tre giorni circa il 30% di ciò che hanno ascoltato; se all’ascolto sono associate immagini, la percentuale di memorizzazione arriva al 65%.

Le tecniche di Legal Design prendono, quindi, in considerazione diversi elementi di riferimento per la corretta realizzazione di un progetto: (i) il contenuto del messaggio che si vuole comunicare, (ii) i destinatari del messaggio e (iii) la decostruzione e semplificazione per testo o per immagini del contenuto.

L’operazione di semplificazione del linguaggio non ha come finalità quella di sminuire o inaridire il concetto giuridico, ma quella di offrire trasparenza e infondere fiducia al destinatario del messaggio, valorizzando il contenuto giuridico, offrendo maggiore chiarezza e accessibilità. Si ottiene quando il destinatario viene incuriosito, stimolato alla lettura, sentendosi realmente accompagnato alla comprensione dell’informazione.

Esiste già oggi un quadro normativo di riferimento in materia di Legal Design e attiene i rapporti giuridici privatistici.

Si pensi alle diverse disposizioni in materia di obblighi di trasparenza e chiarezza informativa, in diversi ambiti: a tutela del consumatore, in materia bancaria e pubblico-amministrativa, sul testamento biologico e naturalmente, il caso di scuola è costituito dalla normativa privacy.

Come è noto il GDPR prevede stringenti obblighi di trasparenza, soprattutto nella redazione delle informative. Nonostante ciò, esse spesso hanno un testo lungo, ridondante, sono formulate con un gergo tecnico che può scoraggiarne la lettura e, nella maggior parte dei casi, sono pensate non per gli effettivi destinatari, gli interessati, ma per giuristi e autorità di controllo verso le quali si intende evidenziare la propria compliance alla normativa. Lo stesso Garante per la Protezione dei dati personali ha lanciato recentemente un contest per realizzare grafiche idonee a rendere le informative più chiare, proprio abbracciando i principi di Legal Design (ndr. qui i vincitori e le loro proposte creative: https://www.garanteprivacy.it/temi/informativechiare#2

L’impegno dell’Autorità dimostra come, in materia data protection, l’utilizzo di grafiche e icone sia essenziale per facilitare la comprensione delle informazioni e la memorizzazione delle medesime. Occorre evidenziare però che gli elementi grafici non dovrebbero essere utilizzati in via esclusiva: sarebbe buona pratica accompagnarli sempre con elementi testuali per quanto semplificati.




Non si tratta di mere indicazioni di forma o obblighi di natura secondaria, come si potrebbe pensare, senza un concreto rischio sanzionatorio.

Vi possono essere casi, infatti, in cui il legal design, in senso lato, possa essere sì utilizzato in ambito data protection in modo del tutto scorretto, per ottenere, ad esempio, che gli interessati compiano una specifica azione inconsapevole a vantaggio del titolare.

Il caso più recente è quello che risale al 23 febbraio 2023, in cui una società ha subito dal Garante italiano una sanzione di 300 mila euro per l’utilizzo dei cosiddetti “modelli oscuri” (dark patterns). Attraverso interfacce grafiche, opportunamente realizzate e altre modalità potenzialmente ingannevoli, il titolare del trattamento incentivava l’utente a compiere specifiche azioni rilevanti da un punto di vista privacy, come il rilascio del consenso al trattamento dei dati per finalità di marketing e alla comunicazione dei dati a terzi sempre per la stessa finalità, senza che ne fosse pienamente consapevole.

Anche in ambito pubblicistico è stata riconosciuta l’importanza della immediatezza e facilitazione nella fruizione dei contenuti. Dal 25 giugno 2021 è all’analisi della Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati la proposta di legge n. 2731 del 22 ottobre 2020, il cui scopo è quello di introdurre una «nota illustrativa per agevolare la comprensione del contenuto delle leggi e degli atti aventi forza di legge». http://documenti.camera.it/leg18/pdl/pdf/leg.18.pdl.camera.2731.18PDL0120360.pdf

La proposta prende spunto dalla nota pronuncia della Corte Costituzionale n. 364/1988, che ha dichiarato costituzionalmente illegittimo l’art. 5 del Codice Penale, laddove esso non esclude “l’ignoranza inevitabile dall’ambito dell’ignoranza inescusabile della legge.”.

Sulla scorta di questa sentenza la proposta di legge evidenzia che la complessità del linguaggio giuridico utilizzato nella redazione dei testi normativi impedisce al cittadino la reale comprensione delle norme, rendendolo così “inevitabilmente ignorante”.

“Fatta salva la necessaria tecnicità del linguaggio giuridico, resta comunque l’esigenza di individuare soluzioni affinché il cittadino, anche privo di conoscenze giuridiche specifiche, possa comprendere pienamente il contenuto delle norme entrate in vigore. Non si tratta, quindi, di svalutare la tecnicità della scrittura delle norme. […] Occorre, pertanto, rafforzare il raccordo tra la funzione legislativa e i cittadini affinché le norme siano affiancate da un supplemento comunicativo e divulgativo che le renda fruibili e in grado di rispondere all’uso sociale del diritto.”

Non può che apprezzarsi ed essere condiviso tale impulso normativo, volto a dare – finalmente - pregio e sostanza giuridica ai principi di Legal Design, rendendo così fruibile a chiunque il contenuto e il testo di un corpus sempre più complesso e articolato anche per gli addetti ai lavori.


A cura di:
Avv. Clizia Grimaldi
Avv. Edoardo Lombardo